Dopo una laurea in Ingegneria Biomedica, alla triennale, e poi in Ingegneria Meccatronica, alla magistrale, ho lavorato per diversi anni nell’ambito dell’automotive e dell’automazione industriale per poi decidere di cambiare vita e di trasferirmi a Valencia. Due settimane dopo il mio arrivo è successo l’imprevedibile: il mondo si è fermato per colpa della pandemia. E’ stato quello il momento in cui ho deciso di creare un mio progetto. L’avevo sempre voluto fare ma mai avevo messo in pratica questa mia idea. Ho quindi iniziato, con la stampante 3D che avevo in casa, a stampare delle valvole respiratorie che servivano per gli ospedali, venivano infatti adattate direttamente sulle maschere Decathlon.
Sono Francesca Flore, ho 32 anni, e questo è l’inizio dell’avventura che mi ha portata poi a conoscere il progetto E-Nable Italia, di cui da diversi anni sono volontaria.
Nel tempo mi sono sempre più appassionata alla stampa 3D, ho iniziato con il disegno CAD, ho fatto dei corsi, ho lavorato come consulente per un’azienda londinese sempre in questo ambito e ho creato una start-up: un’e-commerce di prodotti stampati in 3D. Volendo però cercare di conciliare la stampa 3D con il settore medicale ho cercato contatti in quel settore. Sono entrata in contatto con associazioni veterinarie, che donavano devices per animali, immaginando che lavorare sulle persone sarebbe stato molto più burocratico e complesso. Prima di conoscere E-nable, ho comunicato con un’associazione colombiana che produce sempre ausili per bambini.
Sono invece entrata in contatto con Alberto, e quindi con E-nable, grazie a Francesca Albano. Lei faceva parte di una community di ingegneri biomedici con cui mi ero interfacciata precedentemente. Alberto mi è piaciuto subito molto, mi ha raccontato la sua esperienza e come sono nate E-nable ed EFP. Poiché le mie skills erano attinenti al loro ambito di lavoro e potevano essere utili per customizzare i devices per i diversi bambini mi sono avvicinata a questa realtà con entusiasmo. Definirei gratificazione e forse anche felicità le emozioni che si provano nel vedere il primo device customizzato al braccio di un bambino.
Grande è in me la voglia di imparare e conoscere qualcosa di nuovo. In E-nable, ora più che mai, questo è possibile. L’associazione sta crescendo, fanno parte del gruppo profili professionali vari e diversi, e questo mi porta a imparare ed arricchirmi, sempre con l’obiettivo di migliorare il contributo che posso dare all’associazione. Di fatti, per ampliare sempre più le mie vedute a trent’anni mi sono iscritta ad una nuova specialistica in ingegneria biomedica al politecnico di Valencia e grazie a quella specialistica sono venuta in contatto con un centro di ricerca all’interno di un ospedale, nel quale attualmente lavoro su un progetto di ricerca per stampa 3D per la produzione di modelli anatomici per le pianificazioni chirurgiche o per docenza.
Fino ad oggi ho customizzato i devices, ho però l’obiettivo di inserirmi in progetti nuovi per poter dare una mano, anche a seguito di un periodo di formazione per poter acquisire competenze che ad oggi non possiedo.