Il mio nome è Francesca, sono forse una delle più giovani volontarie Enable e da pochi mesi mi sono laureata alla laurea magistrale in Ingegneria Biomedica. Perché ho scelto di avvicinarmi al mondo dell’ingegneria? Tutto è scattato qualche anno fa, alla fine dei miei cinque anni di liceo classico, quando stavo svolgendo volontariato con la mia scuola di nuoto presso i campionati paralimpici giovanili (FINP). Passando del tempo con quei fantastici ragazzi ho trovato una fonte di ispirazione enorme e guardandoli ho capito di voler intraprendere un percorso ingegneristico, che guardo con un occhio più sociale. Voglio che che il mio lavoro sia utile alle persone nella loro vita quotidiana.
La mia fame di solidarietà però non si è fermata e nel 2021 sono entrata in contatto per la prima volta con l’associazione Energy Family Project e con il progetto Enable Italia. Nel 2021 ero alla Maker Faire, a Roma, per seguire una conferenza di robotica. Girovagando in pausa pranzo tra i diversi stand sono stata subito catturata dalla bellezza dello stand Enable. Manine personalizzate e colorate, da supereroi a principesse, lì pronte ad essere provate da chi ne avesse bisogno. In quell’occasione ho conosciuto anche Alberto. Appena entrata in contatto con Enable ho iniziato a lavorare per creare un ponte di contatto tra la mia università e l’associazione con l’obiettivo di divulgare il più possibile il lavoro dei volontari, informando con seminari ogni grado di scuola ed ogni livello di attività dell’associazione.
Ognuno di noi è unico e proprio per questo do il mio contributo ad Enable a mio modo: come ho già detto sono molto meno tecnica ma più sociale (nel vero senso della parola ecco perché infatti curo i canali social dell’associazione); mi occupo del ramo informativo, divulgativo e scrivo progetti per le scuole per educare i bambini a questo nuovo mondo di inclusione e solidarietà.
Enable mi da tanto, tra le esperienze più belle che porto con me c’è sicuramente il Maker Faire. Il nostro stand era pieno di bambini piccoli, con gli occhi sognanti che mi chiedevano “Cos’è un guanto? Posso provarlo?” e sfiderei chiunque a non voler provare un device stilizzato con BatMan. E proprio lì mi sono resa conto di essere io la prima persona a far sì che quei bimbi potessero entrare in contatto con il mondo dei device, con il mondo delle amputazioni, delle protesi e dell’inclusione. Cercare le parole per spiegare tutto questo ad un bambino è una delle cose più meravigliose del mondo. Lo scorso ottobre si è poi tenuto a Roma l’evento“Crea il mio device”. In quell’occasione abbiamo lasciato libera la fantasia dei bambini che hanno creato idee per i dispositivi da progettare in base ai loro desideri. E si sa, dai bambini c’è sempre molto da imparare.
Perché ho scelto di diventare volontario? Perché calza perfettamente con il motivo per cui ho scelto di seguire la strada dell’ingegneria: legare i miei principi etici a quelli professionali. Cosa mi permette di arricchirmi? Penso di aver già parlato abbastanza ma forse posso racchiudere con una parola: TUTTO.
Autrice: Giulia Mariani